CHI SONO

Classe’86, cresciuta ad Arezzo, ho trovato la mia dimensione come Psicoterapeuta.

Mi sono fatta spesso domande sull’identità del terapeuta, su come sia possibile coniugare la sua personalità con la sua professionalità. Oggi, quando svolgo la mia attività lavorativa a studio, rifletto e penso che le risposte a tante domande sono arrivate durante il percorso di formazione. Nel tempo sono giunta ad una risposta, in psicoterapia il mezzo più efficace di cui disponiamo per curare, e per entrare in relazione con il paziente siamo noi stessi.

Così ho imparato dal mio maestro Rodolfo de Bernart, padre della terapia familiare, purtroppo recentemente scomparso, che “fare lo psicoterapeuta significa stare a contatto con la sofferenza dell’altro, mettendosi in una forma di ascolto diverso”.

Scelgo di raccontare me stessa utilizzando la metafora del Viaggio, perché credo con convinzione che ogni singolo paziente che entra nel mio studio, una volta seduto inizi un viaggio di scoperta, di elaborazione e di trasformazione, ed io con lui intraprendo questo cammino…Il percorso terapeutico è un viaggio tra sentire e capire, per aiutare l’individuo, la coppia e la famiglia a  vedere e sperimentare le strade da percorrere, uno spazio e un tempo in cui è possibile la costruzione di un presente, attraverso il cambiamento.

La terapia infatti non ha la finalità di riparare ciò che è disfunzionale, ma rappresenta un percorso in cui la persona si confronta e sperimenta la dimensione dell’incontro con l’altro: è l’occasione di un vero primo viaggio di scoperta.

Vita e Psicoterapia, dunque, come due binari paralleli, entrambi come occasione di apprendimento su di sé, sull’altro e sulle relazioni.

IL MIO METODO

Il mio approccio è di tipo sistemico-relazionale-familiare.

La persona con le sue difficoltà psicologiche viene ascoltata e compresa in relazione al proprio contesto di vita e alle relazioni passate e presenti. Le sofferenze che la singola persona porta, possono innescare dei processi di colpevolizzazione, d’isolamento e senso di inadeguatezza. Dal mio punto di vista queste difficoltà possono essere individuate e rilette insieme, attraverso un processo di elaborazione dei nodi traumatici e di comprensione dei significati e dei legami che la persona porta con sé nel corso della vita. 

Chiedere aiuto e rivolgersi ad uno psicologo in un momento di difficoltà rappresenta il primo passo che pone la persona già dentro un percorso di guarigione interiore, poiché “di relazioni ci si ammala e di relazioni si guarisce(P. Adami Rock). 

Dunque di relazioni ci si può ammalare, ma di relazioni si può anche guarire perché è in esse che troviamo la forza e la spinta per ridefinirci in modi diversi. Attraverso un lavoro psicologico è possibile trasformare relazioni che fanno male in relazioni che guariscono e che consentono di poter creare una nuova narrazione di sé. Il mio lavoro è quello di accompagnare la persona, la coppia e la famiglia che attraversa un momento di difficoltà o disequilibrio verso un benessere psicologico. 

Ritrovare l’armonia per una vita migliore.

 

RITROVA L'ARMONIA PER UNA VITA MIGLIORE